Oggi MdC metterà a confronto una coppia molto particolare: Lorenzo e Lilith (nomi di fantasia), un master e una slave che non svolgono questo ruolo per professione ma per piacere. La differenza, rispetto ad una mistress o un master “per lavoro”, è che in un rapporto professionale il rapporto sessuale non avveniene. Al massimo si può arrivare a delle allusioni, in quanto lo schiavo che paga il servizio non è degno di toccare oltre un certo limite il proprio padrone.
Questo caso, invece, è un gioco di coppia molto violento in cui i rapporti sessuali sono ammessi. L’intervista vuole rimanere fedele alla realtà affinché i lettori possano percepire la normalità e la praticità con le quali mi sono stati raccontati tali avvenimenti. Dopo aver riletto l’intervista ho riflettuto e sono arrivata alla conclusione che non esiste una morale univoca , ognuno ha la propria e perciò non mi sento di giudicare, anche perché le persone qui coinvolte sono entrambe adulte e consenzienti. Quello che io ho visto è stata solo “tanta umanità”.
Ciao Lorenzo, innanzitutto presentati. Cosa fai nella vita?
Sono Lorenzo, ho venticinque anni, vado all’università, lavoro nel campo della ristorazione, mi piace fare foto… E mettiamola così: vivo la mia vita. Punto. Convivo con degli studenti, pratico sport, leggo fumetti, guardo film a palla, tantissimi! Mi piace sperimentare cose nuove e stare dove non sono mai stato!
Visto che ti piace sperimentare, parliamo di una cosa che ti piace fare in particolare. Mi hai raccontato che ultimamente hai instaurato, per puro piacere personale, un rapporto master-slave, in cui tu sei il master. Mi racconti com’è nato questo rapporto e come vi siete conosciuti?
Ci tengo a specificare, innanzitutto, che lei ha instaurato questo rapporto con me. Questa ragazza, di un paese vicino al mio, mi ha contattato su facebook. Mi scrive e mi dice “Ciao Lorenzo, ti ho visto in giro, e finalmente ti ho trovato su facebook”. Io la saluto, parliamo in generale, e subito dalle prime parole ho capito che l’ obiettivo non fosse un’ amicizia pura e classica. Ha cominciato a farmi tanti complimenti e io all’inizio ero un po’ scettico: una cosa del genere non capita tutti i giorni, quindi sono rimasto un po’ così. Dopo un paio di mesi in cui lei mi inviava foto nuda, provocanti e ammiccanti le ho scritto “Vabè, allora vediamoci, che ne dici?”
Che reazioni avevi quando lei ti inviava foto nuda?
Partiamo dal presupposto che io non gliel’ ho mai chieste…all’inizio. Era una sua iniziativa, del tipo “guarda questo reggiseno” e c’era una tetta di fuori, cose così. (ridacchia ndr). Rimanevo un po’ scioccato perchè quando una ragazza di vent’anni ti invia foto del suo seno non sai che pensare. Dici “minchia ma questa che cazzo vuole?” Io mandavo messaggi generici, il classico “Che fai? Dove sei?” ma, ti ripeto, non sapevo cosa pensare.
Ti sei trovato spiazzato. E poi quando vi siete visti cos’è successo?
Era pomeriggio, alle 15 circa. Lei era vestita di nero con un giubbotto in pelle lungo che le arrivava alle caviglie, delle scarpe col tacco aperte, un trucco nero molto pesante, capelli lunghi neri. Insomma, le dico “ciao” e lei neanche mi risponde perchè è di un timido assurdo. Si faceva fatica ad instaurare un rapporto, a imbastire un discorso, anche cazzate come “A che ora hai preso il pullman?”,“Alle 14”. Punto. Tristezza assoluta. Abbiamo preso una birra e abbiamo cominciamo a baciarci là, in mezzo a tutti. Le ho detto “Vabbè vuoi fare qualcosa?” e lei mi ha detto che dovevo scegliere io. Semplicemente, siamo andati a casa, da me, e lo abbiamo fatto.
Come si sono sviluppate le cose?
Lei già nei messaggi precedenti mi aveva fatto capire la sua passione: mi raccontava delle sue esperienze passate con altre persone e questa cosa mi eccitava. Sentirla raccontare di come veniva presa e maltrattata da altra gente mi ha fatto salire questo ‘pallino’. È nato anche per pura curiosità: volevo provare questa nuova cosa. Avendomelo già scritto per messaggio, io sono andato predisposto a fare quello (sottometterla, ndr).
Come ti sei preparato a un incontro in cui avresti dovuto sottometterla?
“Io sono andato molto tranquillo, nessuna preparazione. Il massimo è stato comprare una scatola di preservativi. Siamo arrivati a casa e mi ricordo che lei aveva portato qualcosa da mangiare. Abbiamo bevuto un’altra birra e quando l’atmosfera ha cominciato a scaldarsi siamo andati in camera. Lei ero molto affettuosa e, dato le premesse, anche lì ero molto sopreso. Una volta in camera ci siamo spogliati e abbiamo cominciato. Il rapporto l’ho gestito io, come avviene normalmente, ma il fatto è che potevo fare tutto, qualsiasi cosa mi andasse: avrei potuto prenderla a cinghiate sulla schiena, prenderla a morsi, spingerle la testa. E in tutto ciò lei stava zitta: solo qualche smorfia di dolore sul viso e basta. Nessuna reazione: è come avere un corpo che non ti dà emozioni, nulla, neanche uno sguardo di intesa negli occhi, nessun bacio durante il rapporto. È una cosa particolare: tu sei là, state scopando, devi fare questo punto. Lei fa tutto quello che tu vuoi. Mi ricordo che la prima volta è scappato un pugno sulla schiena e le ho lasciato dei lividi assurdi. Dalla prima volta abbiamo fatto di tutto, anche anal. Quella volta, una volta finito, l’ho riaccompagnata, e se n’è andata: non mi ha detto neanche “ciao”: mi ha guardato per un attimo e ha distolto lo sguardo. La sera mi ha mandato dei messaggi “Mi fa male tutto. Sono piena di lividi, mi fanno male le ovaie”. Mi raccontò quali segni le avevo lasciato e alla fine ha detto “È bellissimo!”.
Ti è parso strano che lei provasse piacere attraverso il dolore?
Mi è parso strano, però allo stesso tempo mi piaceva. Perchè tu sai che quando le tiri uno schiaffo a lei piace, ma allo stesso tempo non lo dà a vedere. Quindi io mi chiedevo cosa potessi fare per capirlo, e ciò mi fomentava a picchiarla più forte perché lei non me lo dimostrava. Perché lei non reagisce mai, neanche quando uso tutta la mia forza. Comunque ci divertimmo talmente tanto che ci siamo rivisti una settimana dopo.
Il tuo scopo qual è? Vuoi riuscire a provocarle reazioni o preferisci che rimanga impassibile?
I primi tempi sì: cercavo di essere baciato o di essere guardato negli occhi, quindi cercavo anche di darle fastidio per provocarla: sono arrivato anche a farle i dispetti più fastidiosi, tipo infilarle le dita nelle orecchie. Ma lei non reagiva: zero assoluto. Alla fine ho capito che non avrei ottenuto nulla e quindi ho picchiato sempre più forte, tanto ho capito che lei era fatta così e che non mi avrebbe mai detto “si, che bello, picchiami forte”.
Voi continuate questa tipologia di rapporto anche fuori dal letto?
Fuori dal letto nessuno è perfetto! (ride, ndr) Fuori dal letto lei è molto affettuosa e mi fa dei regali : io le invio delle mie foto, anche molto spinte, e lei mi fa dei ritratti che poi mi porta dal vivo. Mi compra mille cose da mangiare, portachiavi e oggetti metal. Io all’inizio non volevo che lei lo facesse perché è una ragazza giovane e non è certo in una situazione economica delle migliori, lei però diceva che io questi regali li meritavo perchè ero il suo padrone. Un giorno ho tentato di farle un regalo, perchè mi sentivo a disagio; allora le ho comprato un paio di collant, ma lei si è incazzata abbestia.
Scusami, è conveniente no? (ridiamo insieme ndr)
Sì è molto conveniente: mi portava anche dei barattoloni di burro d’arachidi, quello con i pezzetti dentro ma io non sono mai riuscito a trovarli. Le ho chiesto dove li comprasse ma non ha voluto dirmelo perchè secondo lei me li sarei comprati da solo e non l’avrei più chiamata. Discorsi assurdi.
Tu credi che questa sia una forma di amore?
Secondo me sì. Altrimenti non me lo spiego in nessun altro modo. A parer mio questa è anche una cosa un po’ infantile: ti presenti a casa con ‘ste robe…Io ho venticinque anni e mi è passata quella cosa che vado dal cinese, compro una borchia e te la regalo. Magari sì, è una forma d’amore… Al di fuori del letto ci sentiamo spesso e ci sono scambi di effusioni. Non so se la sto illudendo. Dici che la sto illudendo?
Da una parte vedo un lato molto istintuale in cui tu la picchi e lei si sottomette facendo cose che vanno davvero oltre: la riempi di segni e lei ne è contenta. Volevo capire se c’è un sentimento: se non da parte tua, almeno da parte sua?
C’è da dire che lei è alla ricerca di attenzioni: ha mille profili sui social network, che io addirittura ignoro, e sta sempre a scrivere, anche cose molto personali, e a commentare. Anche se del nostro rapporto sui social network non parla, nel senso che ci tiene all’anonimato della mia persona anche se lei dice tranquillamente di essere una slave. Lei parla del suo padrone in generale sui social network. Ricerca attenzioni anche da me: mi cerca via sms ma se io non le rispondo, anche per una settimana, lei non chiede che fine io abbia fatto e rimane là ad aspettare. Però quando siamo soli è alla ricerca di coccole. Da parte sua un sentimento c’è, ma sa già che non ci sarà da parte mia. Non ci sarà perchè lei non ha autostima, non mi piace, ma io ho messo le cose in chiaro sin da subito: si tratta di un gioco. Tu immagina che ci vediamo solo per scopare, non per fare un giro senza scopare. Per me questo rapporto finisce qui. Se lei mi invita a fare un giro con un’amica non ci vado perché non mi va di andare oltre.
Tu vorresti mai diventare slave?
Lei ultimamente ha letto dei fumetti e dei libri, uno credo che si intitoli “Hitoire D’o”, in cui la protagonista è una slave e il marito di questa le chiede di assoggettarsi con cose tipo “diventa un cane…” e lei si è rivista molto in questo personaggio. Poi a un certo punto la protagonista diventa master, allora mi ha chiesto se lei può essere switch (assumere sia il ruolo di master che di slave ndr) e mi ha proposto di sottomettermi ma per me non se ne parla proprio. Il rapporto tra me e lei rimane questo: la slave rimane lei. Io sarò sempre e solo il suo padrone. Ora non ci vediamo da due mesi e ci vederemo per fine Luglio: non so come andrà a finire, ma non penso proprio di farmi sottomettere. Io non mi faccio infilare cose nel culo, non mi faccio frustare, non mi faccio maltrattare.
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Tu le infili cose nel culo, la frusti e la maltratti?
Si.
Quali altre pratiche sessuali utilizzi per sottometterla?
Io volevo sperimentare e provare a legarla perchè lei sa fare anche i nodi. In genere, cinturate, perché mi diverte molto. Lo schiocco della cintura sulla pelle, il segno che viene fuori…una volta lo feci col vibratore. Poi si va su cose più classiche: schiaffo, un po’ di strangolamento, pugni sulla schiena, morsi finchè non esce il sangue. Poi, una volta mi ricordo che lei era a pancia in giù, gliel’ho messo nel culo, e gli ho messo un piede sulla testa e le spingevo la faccia sul cuscino. La vedevo soffrire tanto perchè spingevo forte, ma non diceva “A”, solo qualche flebile gemito. A un certo punto sento della puzza di merda e io ero senza preservativo: tolgo il pene ed ero pienissimo di merda, ma pienissimo! Allora stavo per venire, le piglio la testa, e glielo ficco in bocca, così ingoia tutto. Quando sono venuto lei si va a lavare, e poi abbiamo rincominciato tutto.
Ma dopo l’hai baciata?
Sì, ma tanto gliel’avevo anche leccata, quindi siamo pari.
Dopo questa immagine emozionante passiamo a un’altra domanda: avevi già instaurato un rapporto del genere con un’altra ragazza, o con lei è stata la prima volta?
Mi ero già visto con una per un paio di volte, ma era una cosa più tranquilla: lei si faceva sottomettere, ma non credo che avrebbe ricevuto il mio cazzo sporco di merda in bocca.
Pensi che in un futuro ricercherai, in un fidanzamento, situazioni del genere oppure è una componente non indispensabile?
Con le mie ex ragazze mi è sempre piaciuto un po’ dominare: alcune tentavano di farmi stare fermo ma era guerra perché a me piace dominare. Però dipende sempre della ragazza: se è l’amore della tua vita ma non vuole nemmeno una pacca sul culo magari fai un piccolo sacrificio, poi vedi se col tempo e un approccio meno violento le cose cambiano. Provo a vedere: parto con piccole cose, schiaffetti, una cinghiata un po’ più calma, e vedo che ne esce: se poi mi rendo conto che proprio non va… non so mi ci devo trovare… questa è una bella domanda. Se riesco proprio a farne a meno? qui mi devo rollare un’altra sigaretta, non lo so. Ti ripeto: se c’è, meglio! Ma non mi azzarderei mai a farlo direttamente, non è che mi vedo con una le prime volte e allora gli infilo un cazzo in culo senza nemmeno un dito come faccio con lei (Lilith, ndr). Farne a meno non credo perché quel minimo secondo me ci vuole sempre per far capire chi comanda, perché si instaura un rapporto diverso anche al di fuori dell’ ambito sessuale.
Secondo te in una coppia c’è sempre uno che comanda e uno che si sottomette?
Secondo me sì, però spesso non si è coscienti.
Vi chiamate con soprannomi particolari?
Sui messaggi “Amore mio”, “Gioia mia” poi dal vivo lei non ha mai pronunciato il mio nome. Io dal vivo la chiamo col suo nome, non abbiamo nomignoli. A volte, se parlo di lei con altri, la chiamo Fuffy, come le cagne.
Bene. Vorresti dire ai nostri lettori quali sono le qualità per essere un bravo master?
Secondo me, deve esserci prima un rapporto mentale abbastanza forte, perché se non se ne parla prima, se non si instaura un rapporto prima con la testa che convinca l’altro a essere il tuo schiavo diventa solo violenza fine a se stessa.
A proposito di questa cosa sulla violenza: ma voi non avete stabilito un metodo, una parola, attraverso cui tu possa capire che lo schiavo è arrivato al limite e non ce la fa più?
No: perchè lei non parla, è sempre muta, quindi io potrei andare avanti a scopargli il culo all’infinito.
Ma non hai paura di farle male sul serio?
Sì c’è, e pure tanta, perchè a volte sono stato veramente cattivo. Però quando sei là sei preso da una cosa assurda. La cosa che io la sto picchiando, e lei non parla, mi fa salire proprio il Super Sayan. E quindi lo fai. La paura c’è. Specialmente quando mi dice “Ho le ovaie che mi fanno male” però lo fai. Quando sei lì tutto quello ti passa per la testa e lo fai.
Quindi è liberatorio, per te?
Anche. Mettiamola così: non è che sfogo le mie frustrazioni su di lei. Forse un pochino sì.
Bene: continuiamo con le qualità che deve avere un master e poi salutiamo i nostri lettori.
Ok, ripeto: molta presa mentale perché parte tutto da là. Lei deve essere tua, punto. Poi, quando lei viene a casa mia, se vuole delle coccole io l’assecondo, perché è anche un po’ uno scambio di cose: tu mi dai il culo io magari ti do un bacio prima. Si deve cercare di capire le esigenze che ha lei, prima di iniziare. Quindi accontentare un po’ le sue esigenze. A letto poi è individuale: calcola che comunque una slave non prenderà mai l’iniziativa, non ti salterà mai addosso. Una slave è una vera slave, ce l’ha dentro, è brava sin da dubito, non ci vuole tutta questa pratica prima. Non è una cosa che va studiata e pianificata.
Allora saluta i nostri lettori, così io vado ad intervistare la tua slave, perché voglio conoscere anche il suo punto di vista.
Saluto tutti i lettori di MdC e Let’s play master and servant, per citare i Depeche Mode, ecco. E poi, se capiti ancora in zona, mi scrivi che lucido le mie armi.
Scordatelo!
Lilith sembra stare sulle sue, pensa molto prima di rispondere e pesa tutto ciò che dice: come ha detto Lorenzo, sembra difficilissimo percepire un’emozione.
Ciao Lilith, ti ringrazio di avere accettato e ti chiedo di incominciare raccontandomi qualcosa di te: che fai nella vita? Che hobby hai?
Mh, allora… Nella vita cerco lavoro come tatuatrice, o comunque un lavoro a caso per poter mantenere per un po’ la mia famiglia e la mia migliore amica. I miei hobby sono soprattutto il disegno, la lettura e la scrittura; poi mi piace anche camminare per la città, ma con le prime tre attività passo più tempo.
Beh sembri una persona altruista! Pensi che questo tuo lato della personalità sia ricollegabile al fatto che sei una slave?
Forse sì. Non penso che sarei una slave se fossi egoista. Anzi, in realtà vado a periodi. Ci sono momenti in cui sono tutt’altro che altruista, e in quei momenti di solito desidero maggiormente sfogarmi su qualcuno in modo violento, mentre nei miei momenti normali desidero che qualcuno si sfoghi su di me. Per fortuna i momenti più aggressivi sono passeggeri.
Credi che l’aggressività sia una cosa sbagliata? Visto che hai detto “per fortuna”.
No, non realmente, ma mi pento di pensare io determinate cose, non mi sembra la mia vera essenza, in realtà non farei male nemmeno a una mosca.
Quando hai capito che questa era la tua vera essenza?
Quando mi sono accorta di stare male dopo aver fatto stare male qualcuno, sia in senso fisico che psicologico.
E come hai scoperto di essere una slave? Com’è avvenuta la tua prima volta?
In realtà é una storia abbastanza lunga. Ecco, sin da piccola avevo dei pensieri strani, che ancora non erano a sfondo sessuale, in cui le donne venivano trattate male. Con la scoperta del sesso e dei suoi lati positivi e negativi, tipo lo stupro, inizialmente ho avuto pensieri, per così dire, normali di persone che fanno sesso normalmente. Dopo un po’ questo non è più bastato a soddisfarmì, proprio a livello mentale. Quindi ho gradualmente cominciato ad avere fantasie in cui donne venivano stuprate e maltrattate ma ne gioivano, quindi ne traevo piacere anch’io. In quel periodo ho scoperto il BDSM e da allora mi ha affascinata. Non lo dicevo a nessuno per vergogna, non mi credevo normale… ero piccola. Poi un paio di anni fa ho conosciuto il mio primo master, e abbiamo presto parlato di tutto ciò. Mi ha invitata a “dare un’occhiatina” a questo mondo quindi pian piano mi ha fatto conoscere diverse pratiche e traevo sempre più piacere dall’essere sottomessa, ferita e in generale mettermi nelle mani di qualcuno.
Mi fai un esempio di pratiche?
Inizialmente ci siamo fermati per un sacco di tempo solo sul bondage. Mi piaceva essere legata, forse ero ancora un po’ troppo timida per andare oltre, lui se n’ era certamente accorto e ci andava piano. Dopodiché ha deciso di farmi male, frustarmi; cinghiate e schiaffi, a volte calci, il tutto “aumentando la dose” ogni volta di un po’. Dopodiché abbiamo svolto varie pratiche, tipo il tickling.
Tickling? Mi spieghi cos’è?
Sì, è la pratica del solletico. Lo schiavo o la schiava viene legato, dopodiché il master prende un oggetto, ad esempio una piuma, ed inizia a solleticare lo schiavo in diversi punti. In passato era un metodo di tortura.
Qual è la pratica che preferisci?
Preferisco di gran lunga essere frustata e pestata, al secondo posto cè il bondage, e dopo tutto il resto. Comunque preferisco quello che vuole farmi il mio master quindi non mi permetto di esprimere una preferenza.
Come trovi i master?
Di solito trovano me, non so nemmeno come in realtà. Appena qualcuno decide di troncare la relazione per un motivo o l’altro, di solito perché poi si fidanzano con qualcuna o per mancanza di tempo, qualcun altro decide di volermi conoscere e lì in poi può o non può evolversi qualcosa.
L’essere una slave non può far di te anche la loro fidanzata?
Non so. Certe volte, per alcuni, l’ ho sperato ma in realtà forse non sono una persona da amare in quel modo. Forse non sono abbastanza forte per legarmi a livello mentale o forse sono troppo debole per mostrare certi lati di me, chissà. Essere la slave di per sé non esclude essere anche la fidanzata.
Per te essere sottomessa e sottomettere sono comunque forme d’amore?
Mh, forse sì. In fondo è una grande dimostrazione di fiducia: do tutta me stessa nelle mani di una persona che, per così dire, potrebbe farmi di tutto ma mi affido completamente a lui e al suo giudizio. Per fare questo ci vuole una dose d’ amore, magari anche solo un amore amichevole, ma pur sempre una forma di amore.
Beh ma non credi sia un paradosso? Non è reale sottomissione se sei tu che decidi di farlo e a quanto ho capito dal tuo master lo hai scelto tu, sei andata a cercarlo…
No, non penso ci sia nulla di male ad instaurare prima un rapporto, fosse anche solo per conoscere le preferenze della persona che ho di fronte in modo da compiacerlo e soddisfarlo in modo più completo. Io non cerco né cerco di offrirmi in modo evidente a qualcuno; se qualcuno decide di prendermi come la sua schiava, in fondo, probabilmente è anche più rassicurante per lui sapere che ha di fronte qualcuno che gli piace non solo fisicamente, o almeno mi é sembrato così finora. Poi ognuno la pensa a modo suo ma per me sottomettermi a qualcuno non esclude a priori instaurare una relazione prima.
Hai mai scoperto i tuoi limiti nella dinamica master slave? Cioè, ci sono cose che non riesci proprio a fare?
Mh… non riesco a vomitare. E’ Più forte di me, non ci riesco in nessun caso.
Hai mai avuto brutte esperienze con un master?
Veramente, no. Anzi, ho sempre provato piacere in tutto quello che hanno fatto.
Ok Lilith, siamo all’ultima domanda: che consiglio dai a chi vuole intraprendere la tua strada e quindi diventare slave?
Un consiglio che darei a tutti sarebbe di non farsi condizionare da niente, deve nascere spontanea la volontà di provare determinate cose, non per mettere la crocettina alla lista di cose da fare. É qualcosa di innato e se c’è bisogna seguire il proprio intuito senza badare a quello che potrebbero pensare gli altri, in modo del tutto aperto senza farsi problemi.
Ti ringrazio lilith. Mangiatori di cervello ti fa i suoi migliori auguri per tutto. Mi raccomando: continua a seguirci!
Nota: le immagini presenti non rappresentano l’intervistato, l’intervistata nè alcuna persona a loro collegata.